Sono notoriamente un’amante del mare, mi unisce ad esso un legame speciale: ogni volta che lo vivo, lo respiro, lo assorbo, mi sento a casa. Eppure d’estate la montagna riesce a stregarmi: le lunghe camminate, l’aria pulita, la natura protagonista riescono a conquistarmi.
C’è poi un particolare che rende ogni mia giornata sui sentieri serena: sono le facce che incontro, le poche parole che scambio con chi sale o chi scende, un saluto ricambiato, quel gesto semplice che in qualche momento della nostra concitata vita cittadina tutti ci siamo persi per strada; perché a casa, se provo a salutare la persona che incrocio per strada, anche solo con un cenno del capo, vengo guardata con sospetto.
Eppure io sono la stessa, per le vie della mia città e su un sentiero di montagna, e anche il mio prossimo è lo stesso che sia un escursionista o un avventore che mi segue o precede in fila o al supermercato. Il contesto, tuttavia, cambia tutto: la città annulla spesso le regole di buona educazione, smonta il naturale impulso alla socialità e ci fa chiudere tutti in gusci protettivi, che ci salvaguardano da brutti incontri e ci tolgono anche, purtroppo, la possibilità di nutrirci di un sorriso, o rendere una fila in qualche ufficio pubblico meno noiosa.
Chissà se la figlia della mia vicina di casa, quella che vedo ogni giorno, dopo qualche passeggiata in montagna comincerebbe a salutarmi. Per quanto mi sforzi di rendermi visibile, cambiando formula, postura, saluto, mi guarda sempre tra il perplesso e l’infastidito per poi voltarsi dall’altra parte.. io persevero, secondo voi prima o poi le sentirò rispondere : “Buongiorno anche a lei!”?
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Never give up!