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23 Maggio 1992

Il 23 maggio dell’anno scorso pubblicai un post:

http://www.sabrinalibri.it/2016/05/un-sabato-pomeriggio-di-tanti-anni-fa.html

Poco tempo fa ricevetti il commento di una persona pienamente coinvolta nell’attentato del 23 maggio 1992, Tina Montinaro, moglie del Capo Scorta di Giovanni Falcone, Antonio Montinaro. L’emozione provata nel leggere le sue parole mi pervade anche oggi, mentre ne scrivo.

Vi invito a leggere il suo commento, è un inno al coraggio e un’esortazione a non arrendersi mai:

“Ciao Sabrina, sono Tina la moglie di Antonio capo scorta del giudice Falcone, grazie per aver ricordato Antonio Vito e Rocco. Voglio risponderti con le parole di Antonio per far capire come dici bene tu che la scorta era fatta da uomini: “Chiunque fa questa attività ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria. La paura è qualcosa che tutti abbiamo, chi ha paura ama , chi ha paura piange, è la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell’ ottica umana. Io come tutti gli uomini ho paura indubbiamente, non sono vigliacco, me ne sarei già andato. Nella mia posizione la paura è magari lasciare i bambini soli, per uno sposato la paura si gestisce in virtù della propria famiglia: si ha paura di lasciarli soli, si ha paura di non avere la capacità di morire per una ragione valida. Io scorto un uomo ad altissimo rischio” Antonio Montinaro. Questo era il Grande capo scorta del dottor Falcone, padre e marito meraviglioso. Sabrina sei una persona speciale!””

Questa la mia risposta:

“Cara Tina, ti ringrazio immensamente per aver condiviso le parole di tuo marito: sono una testimonianza che non può che spingerci a continuare a credere nell’essere umano, a convincerci che il coraggio, lo spirito di dedizione, il senso del dovere e l’onestà esistono e devono essere d’esempio per i nostri ragazzi, così giovani eppure a volte già così rassegnati, sconfitti. Oggi mi hai ricordato che non devo temere la paura, bensì addomesticarla, accettarla come compagna di vita, considerandola non una zavorra che frena, bensì un motore che spinge; anche per questo ti sono grata.”

Consiglio anche la lettura di Giovanni Falcone un Eroe Solo scritto da Maria Falcone con Francesca Barra, un testo che racconta l’uomo, il magistrato, le persone che hanno vissuto e lavorato accanto a lui, non perdendo mai di vista la speranza.

La sorella del magistrato conclude il suo libro con una citazione di Ernest Hemingway, da Il Vecchio e il Mare, che qui riporto:

“L’uomo non trionfa mai del tutto, ma anche quando la sconfitta è totale quello che importa è lo sforzo per affrontare il destino e soltanto nella misura di questo sforzo si può raggiungere la vittoria nella sconfitta”.

Gli eroi se ne vanno, ma non sono meno eroi quelli che restano a piangerli, sorelle, mogli, in ginocchio davanti al dolore, e che hanno la forza di rialzarsi e continuare il lavoro dei propri cari, con il coraggio della testimonianza, della parola e del ricordo.

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