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Sole d’autunno

Succede tutti gli anni, una mattina ti svegli, apri la finestra e vorresti subito richiuderla: fuori una foschia che sfuma i contorni del vicinato, a te così noto. L’umidità sembra quasi bagnarti il viso, è ancora buio… l’autunno è ufficialmente arrivato.
Difficile, dopo un risveglio così malinconico, dare energia alla giornata. Come se non bastasse la tua agenda è piena di appuntamenti eccitanti: agenzia delle entrate, banca, supermercato.
Decidi di cominciare dal supermercato, ma appena entrata già ti penti: è mercoledì, il giorno dei pensionati, sconto sulla spesa agli over 65. Decidi di portare a termine il primo compito della tua lista e cerchi di farti largo tra carrelli: corpi impacciati, volti ricurvi su etichette scritte con caratteri sempre troppo piccoli, occhi che guardano in cima allo scaffale, sperando che ci sia almeno un commesso che possa aiutarli a prendere quel barattolo sistemato in alto, troppo in alto.
Cerchi di essere paziente, ma non resisti e sbuffi, hai fretta, e qui tutti approfittano per fermarsi a chiacchierare, o socializzare col salumiere che li sta servendo. Finalmente trovi un po’ di spazio, respiri, la corsia dei dolciumi è quasi deserta: c’è solo una vecchietta, la accompagna un giovane, deve essere suo nipote, sembra un universitario. Non puoi evitare di ascoltare:
“Nonna, è questo il cioccolato che ti piace?”
“Sì, ma non mi serve, ‘ndem!” taglia corto in dialetto l’anziana signora, distogliendo lo sguardo.
” Ma dai, lo so che ti piace, tieni, metti nel carrello, questo te la pago io”
Ti scopri a sorridere, per la golosità della vecchietta, per la rinuncia decisa a un bene di consumo certamente superfluo, e per la delicatezza di un nipote, che vizia quella nonna che altrettanto deve aver fatto con lui quando era piccolo.
Hai quasi finito, temi di arrivare alla cassa, ti aspetti già di passare tanto tempo in fila, mentre gli avventori cercano lentamente gli spiccioli nel borsellino, o chiedono alla cassiera di contarli per loro.
Ma oggi, invece di controllare quante persone ci sono prima di te, lo sguardo cade sulla cassiera. La vedi spesso, Deve avere la tua età, ma no, decisamente qualche anno in meno. Non è bella, ma cerca di esserlo. E’ sempre truccata, ha l’abitudine di usare rossetti color pastello, ed è solita fermare i capelli da un lato con una molletta adornata da un fiore finto. Oggi è un frangipane a fare da contorno al suo viso. Ti colpisce quel vezzo, quel desiderio di essere originale, o forse di voler apparire a chi le scorre davanti ogni giorno; quel fiore la rende meno invisibile, la fa sentire più bella, diversa.
Arriva il tuo turno, non c’è voluto molto, ti saluta, e sorride. Tu fai altrettanto. Scambiate due battute, lei è felice, lo è sempre, o almeno così si si mostra ai clienti, la ragazza con il rossetto, col fiore tra i capelli, la ragazza che sorride.
Saluti ed esci: la nebbia si è dissolta, il sole è sbucato fuori da chissà dove, forse da quel sorriso. E’
iniziata un’altra bella giornata.
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