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Se una notte d’inverno un viaggiatore

Un titolo accattivante mi attrae, sarà un giallo? Un romanzo psicologico?

Sbaglio in partenza: non si tratta di un romanzo ma di dieci, sì, dieci incipit, dieci letture incompiute dallo stesso lettore, a causa di eventi inattesi inaspettati.

Ma non è tutto: non si tratta di un romanzo ma di un dialogo tra scrittura e lettura, di uno scambio di vedute, posizioni e pareri.

Come mi succede sempre leggendo Calvino, entro nelle sue pagine aspettandomi qualcosa di completamente diverso da ciò che troverò: ho iniziato la lettura de Il Barone Rampante pensando di recuperare una lettura per ragazzi e ne sono uscita con riflessioni profonde sul difficile mestiere di vivere. Ho percorso Il sentiero dei nidi di ragno e sulla strada ho incontrato il piccolo Pin, sintesi di innocenza e dolore, ingenuità e astuzia. il cui tenero ricordo ancora mi accompagna.

Mi è successo anche con altre opere di Calvino, di cui ammiro tra le altre doti l’eclettismo: niente è impossibile a questa penna e soprattutto il suo talento non lo ha mai tradito, qualunque sia il genere in cui si sia cimentato.

Tornando al nostro Se una notte d’inverno un viaggiatore, il protagonista è il lettore di questi dieci incipit, al quale l’autore si rivolge per tutto il libro come in un dialogo; egli si imbatte in personaggi sempre diversi: una lettrice compulsiva, un’altra critica e selettiva, un non lettore, un fruitore di libri come materia prima per opere a suo dire ‘d’arte ‘, uno scrittore in crisi e tanti tanti altri che rispecchiano la confusione dell’uomo post moderno, il suo aggirarsi nel mondo in bilico tra certezze sfatate, nostalgia dell’inconsapevole passato, scontri traumatici con la triste realtà, protagonista egli stesso di tante storie incompiute, proprio come i dieci romanzi in cui si imbatte.

Tra i miei passaggi preferiti c’è l’inizio, in cui l’autore si rivolge al lettore descrivendone i momenti che caratterizzano l’acquisto di un nuovo libro e l’inizio della lettura: le aspettative, i gesti rituali, il gusto nell’accarezzarne la copertina e le pagine, la scelta del momento in cui aprire il volume e cominciare a leggerlo, l’ambiente, la poltrona su cui si abbandonerà, i momenti che seguiranno…

Lettura non facile, a tratti impegnativa, ma che lascia il segno.

Grazie, Maria Teresa, per avermi svelato l’esistenza di questo gioiello.

Allora, chi di voi si lancerà in questa avventura?

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