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Pennellate di parole

In attesa di regalarvi qualche citazione dal mio libro in imminente uscita, vi faccio scoprire una versione inedita del grande Vincent, la sua capacità nel raccontare luci e colori lasciando da parte il pennello per dipingere con le parole. Leggete la sua descrizione del bosco in un pomeriggio di autunno …

Il terreno era di un marrone rossastro chiaro e scuro, reso ancor più tale dalle ombre degli alberi che vi gettavano sopra delle strisce scure che a volte venivano quasi cancellate. Il problema, che io trovavo molto difficile, stava nell’ottenere la profondità del colore, l’enorme forza e solidità di quel terreno – e mentre dipingevo mi accorsi per la prima volta di quanta luce ci fosse ancora in quel crepuscolo – e di mantenere quella luce e al tempo stesso la luminosità e la profondità di quel colore denso.

Perchè non puoi immaginarti un tappeto più meraviglioso di quel marrone rossastro profondo nel bagliore del sole di una sera d’autunno, schermato dagli alberi.

[…] Dietro quegli alberelli, dietro quel terreno marrone rossastro c’è un cielo di un grigio-azzurro delicatissimo, caldo, quasi per nulla azzurro, tutto splendente – e di contro al tutto, un bordo, una nebbiolina di verde e una trama di piccoli steli e di foglie giallastre.

… ora chiudete gli occhi e immaginatevi le sue sferzate di pennello su tela…

Vincent Van Gogh, Lettere a Theo (Tascabili Guanda, Ed. 2018, pp.182-183)

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