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Lingue vive e lingue morte

Avete letto “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafon?

Se mi state leggendo amate i libri, e se amate i libri dovete leggere questo romanzo: ma non sto scrivendo un consiglio di lettura né sono accucciata nel mio angolo delle citazioni, anche se lo spunto per il post di oggi è scaturito proprio dalle parole di un personaggio di questo libro, che parlando della lingua latina, afferma:

Non esistono lingue morte, ma solo cervelli in letargo.

Se lo dice lui sarà vero: ipse dixit. Sono parole che mi hanno fatto pensare, e in men che non si dica è nato questo post: dictum, factum.
Latino, lingua morta: e se lo dicono in tanti … vox populi vox dei, sarà vero, soprattutto dopo un bicchierino, come si dice, in vino veritas! Se poi il vino è accompagnato da buon cibo allora è il non plus ultra! Ma, un attimo… si parlava di lingue e siamo finiti a tavola, tipico di noi mediterranei, altro che ora et labora!
Dove eravamo? Mi sono smarrita, ogni tanto mi capita, la mente prende il volo e  mi perdo in altri ragionamenti. Ma non mi do per vinta, torno a scrivere, devo fermare i miei pensieri su un foglio, lo diceva anche mia nonna: verba volant scripta manent.

Non è così semplice, a volte le parole fluiscono con facilità, altre sembrano incastrate tra la mano e la penna, ma si sa, gli obiettivi più ambiziosi si raggiungono dopo grandi fatiche, ad astra per aspera, è una dura lex, sed lex.

A volte, vi confesso, ho la tentazione di buttare via tutti i miei blocchi, le penne, cestinare i file nel mio pc e smettere di scrivere: carpe diem, mi dico: vivo alla giornata e smetto di sprecare ore alla scrivania sperando che qualcuno mi legga. Sono lì per gettare la spugna e dedicare il mio tempo alla vita sociale o all’attività sportiva quando la parte più creativa di me si ribella, e come ultima ratio prova a convincermi che devo scrivere prima di tutto per me stessa, e allora mi faccio coraggio e mi dico: cuore e ragione, mente e corpo siete vincitori ex aequo: continuerò a scrivere, ma non smetterò di tenermi in forma, d’altra parte mens sana in corpore sano.
In fin dei conti si sa, l’equilibrio è ciò che conta, in medias res stat virtus.

Ora mi fermo: alea iacta est.

Cari lettori, vi saluto, vado a fare una corsetta e mi raccomando: ad maiora!

Dicevamo, latino: lingua morta?

 

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