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La ragazzetta milanese

Giorni fa ho partecipato ad una interessante iniziativa: un giro nella zona Navigli di Milano, ascoltando estratti di poesie e stralci di prosa di Alda Merini, la ragazzetta milanese, come la chiamava Pasolini quando, all’inizio della sua carriera, la giovane si affacciava timida nei salotti culturali del capoluogo lombardo. Tra le tante frecciate di passione, intensa vitalità, cinica osservazione della realtà e della vita, mi hanno colpito le seguenti parole, che condivido con voi, breve bilancio di una vita piena e vuota, dura e frivola, parole che meglio si comprendono se si conosce la storia della poetessa dei Navigli, ma in cui tutti, almeno in parte, potranno cogliere spunti di riflessione:

“Io la vita l’ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio. Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara”.

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