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Elogio dell’imperfezione

Durante l’estate appena trascorsa, incuriosita dal titolo, ho letto Elogio dell’imperfezione, autobiografia di Rita Levi Montalcini.
E’ una lettura molto piacevole, con uno stile narrativo semplice e accessibile. La Montalcini racconta la sua storia in modo discreto, quasi sottovoce, con lo stesso modo di fare e agire che aveva nei suoi interventi in pubblico, e in occasione delle numerose interviste.
Il titolo non ha disatteso le aspettative, il racconto della sua vita offre molti spunti di riflessione e ispirazione, mostrando come l’imperfezione, nelle corde dell’essere umano, possa tuttavia portare a risultati insperatamente grandiosi.
Molte pagine mi hanno colpita: quelle in cui racconta come sia giunta alla scelta di studiare medicina, l’epilogo, una lettera aperta a Primo Levi, le pagine in cui emerge la tenacia, che fortunatamente ha prevalso anche di fronte di tante delusioni.
Ho scelto di citare un periodo che può essere di ispirazione per chiunque abbia un sogno, un progetto o un obiettivo, non importa quanto grande o impegnativo:
“Considerando in retrospettiva il mio lungo percorso, quello di coetanei e colleghi e delle giovani reclute che si sono affiancate a noi, credo di poter affermare che nella ricerca scientifica, né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso, siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell’una e nell’altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e più acuti, non affronterebbero”.
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